lunedì 11 ottobre 2010

Contro le ideologie Maurizio Cattelan

“Contro le ideologie” è il titolo della mostra di Maurizio Cattelan, scultore, manager e artista italiano, autore di opere di stampo post-duchampiano, inaugurata il 24 settembre a Milano.
La suggestiva Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale è il luogo prescelto dall’artista padovano, che oggi vive e lavora a New York, per accogliere tre fra le sue opere più discusse e provocatorie: Papa Giovanni Paolo II, colpito da un meteorite, tenta di aggrapparsi al crocefisso (“La nona ora”, 1999), il tamburino drummer (“Untitled”, 2003) e la donna crocifissa (“Untitled”, 2007).
La sua opera è un trittico che, secondo il curatore, simboleggia la sacralità e al tempo stesso la desacralizzazione della famiglia contemporanea: Il padre (Papa Giovanni Paolo II) colpito da un meteorite cerca di risollevarsi, mentre la madre si sacrifica per il figlio, ed è crocifissa ma di spalle, per la vergogna di un figlio che, rassegnato, rimane appollaiato sul cornicione fra le Cariatidi fatiscenti a suonare un tamburello invece di salvare il mondo. Il suono dello strumento è ridondante e fastidioso. Cattelan gioca con i simboli e i gesti del nostro immaginario comune per creare nuove trame e nuovi significati. Il risultato è indubbiamente provocatorio ma efficace. Il declino dei valori tradizionali, la trasformazione dei ruoli e delle istituzioni, l’importanza di rinascere dal passato, senza dimenticarlo, riscoprendo la potenza dell’amore. “La gloria è dentro di noi”, è il messaggio che si legge in tutte le sue opere. Questo è il Vangelo di Cattelan che desacralizza con ironia.



Anche la scelta dei luoghi costituisce un tassello fondamentale per capire la forza comunicativa dell’arte di Cattelan. La scelta della Sala delle Cariatidi, è stato il primo passo fondamentale per la concezione dell’esposizione, come ha sottolineato anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Massimiliano Finazzer Flory. Collocare il trittico desacralizzante in un luogo-simbolo degli orrori dell’uomo, e una mano gigante con il solo dito medio alzato davanti al simbolo del potere finanziario del nostro Bel Paese, significa giocare sui contrasti per provocare delle reazioni. L’artista è interessato non soltanto ad indagare il contesto sociale ma si interessa alla reazione di quest’ultimo alla produzione di immagini. L’arte diventa provocatoria perché le contraddizioni e i mali di una società devono essere svelati, e funge da strumento di critica -più o meno- sottile. Forse, con L.O.V.E., posta davanti alla sede della Borsa Italiana, è una scultura di marmo di Carrara di circa 11 metri d’altezza, raffigurante una mano con il dito medio innalzato al cielo e le altre dita mozzate dal titolo L.O.V.E., Cattelan è stato fin troppo esplicito, ma non senza motivo: talvolta è necessario alzare i toni della nostra voce se le parole faticano a catturare l’interlocutore, che forse è distratto o preferisce la comodità delle menzogne e delle credenze ideologiche

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